DES-DEMONI
DES-DEMONI
progetto di PEM Habitat Teatrali
con il contributo di Fondazione Comunitaria Nord Milano
in collaborazione con L’Ora Blù, Comuni Insieme per lo sviluppo Sociale, il progetto Seconda stella, il domani possibile e la rete antiviolenza afferente ai Comuni del Garbagnatese e Rhodense
con il supporto di Teatro Carcano di Milano
DESDEMONI sono pensieri ricamati su un fazzoletto.
Pensieri di uomini ricamati da uomini.
É la tappa finale di un percorso laboratoriale sulla violenza di genere in cui sono gli uomini a mettersi in gioco, a confrontarsi col loro lato oscuro, coi loro demoni nascosti.
Un evento di arte partecipata, costruito a partire dalle parole dell’Otello, tra cucito e teatro, in cui un gruppo di cittadini si confrontano sulla cultura patriarcale della nostra società, mettendone a nudo i meccanismi che si celano dietro parole e pensieri che ogni uomo usa e accetta senza neanche rendersene conto.
A CHI È RIVOLTO?
Il laboratorio si rivolge a tutti i cittadini che facente parte di una società che ci auspichiamo sempre più civile vogliano partecipare a questo percorso collettivo.
(età minima 16 anni)
Numero partecipanti: massimo 15
DATE, ORARI E LUOGO
6 incontri di 2 ore ciascuno e 2 restituzioni
Date laboratorio: 2,9,16 e 23 Ottobre; 6, 13 Novembre
Orari: dalle 20 alle 22.00
Luoghi dove si svolgerà il laboratorio:
HAB Cascina Del Sole in Via Monte Grappa, 2, 20021 Bollate (MI)
L'OraBlù in Via Dante Alighieri, 71, 20021 Bollate (MI)
Restituzione: n. 2 incontri presso il
Teatro La Bolla in Piazza della Resistenza 32, 20021 Bollate (20 Novembre)
Teatro Carcano in Corso di Porta Romana 63, 20122 Milano (27 Novembre)
PER INFO CONTATTARE
comunicazione@comuni-insieme.mi.it
IL PROGETTO
Des-demoni è un progetto di arte partecipata.
Un’azione poetica collettiva sui temi della violenza e della discriminazione di genere, e su quanto le strutture profonde del patriarcato agiscano nella nostra società e sugli uomini in particolare.
Una riflessione che vuole essere anche momento creativo e performativo, dove protagonisti non sono le donne, in quanto vittime, ma gli uomini, in quanto potenziali agenti di una cultura di dominio e di prevaricazione maschilista.
PERCHÉ IL FAZZOLETTO
Il fazzoletto di Desdemona è il simbolo della violenza sulle donne, il centro iconico della tragedia shakespeariana che più di ogni altra rappresenta la violenza del potere maschile sull’universo femminile.
Su di esso ogni donna che abbia subito una violenza o una molestia, fisica o psicologica, potrebbe scrivere la sua storia.
Ma cosa succederebbe se chiedessimo a degli uomini di scriverci sopra la loro storia.
Non necessariamente una storia di uomini abusanti, ma semplicemente te di individui maschi che vivono in un mondo in cui il dominio maschile è la norma, in cui le sue regole sono interiorizzate da tutti, nascoste, ma rintracciabili in ogni minimo gesto, in ogni parola, in ogni prodotto culturale.
Forse scopriremmo che il pericolo di diventare un Otello è molto più vicino di quanto pensiamo; che tutta la nostra vita è attraversata da comportamenti che celano ambiguità; che anche i particolari più innocenti possono rivelarsi un segnale di pericolo.
Attraverso un gesto poetico e creativo vogliamo accompagnare un gruppo di uomini, provenienti da varie realtà e associazioni, comuni membri della cosiddetta società civile, in un percorso di presa di coscienza. Fino alla creazione di un prodotto artistico che sia al contempo occasione di riflessione condivisa sia di smascheramento dei meccanismi patriarcali intrinsechi alla nostra società.
IL LABORATORIO
Il lavoro sarà diviso in tre parti:
1 - Introduzione e creazione del gruppo. Prevederà un incontro con una operatrice della rete antiviolenza, che si occuperà di inquadrare il fenomeno e di declinarlo nelle sue varie sfaccettature, di avviare la riflessione e di moderarne lo sviluppo.
2 - Il ricamo. Ogni partecipante verrà poi invitato a cucire su un fazzoletto una sua frase: un pensiero, una confessione, uno stralcio della propria vita o di un racconto di vita altrui di cui è stato spettatore.
Approcciarsi a una attività così muliebre, tanto identificata con la sfera del femminile sarà un momento ludico, ma anche di sfida: imbarazzo, incapacità, curiosità sono elementi che metteranno alla prova i partecipanti, costretti a cimentarsi con una pratica inesplorata, non familiare; creeranno un disequilibrio che contribuirà a creare un clima di ascolto e complicità nel gruppo, ed allo stesso tempo ad agevolare una rinnovata sincerità espressiva.
3 - Il racconto. Ogni singolo fazzoletto sarà quindi condiviso con il gruppo. Ogni partecipante sceglierà cosa e quanto raccontare agli altri della storia che sta dietro alla sua frase ricamata.
I racconti e le riflessioni saranno quindi cuciti insieme in una narrazione comune che sfocerà nella creazione di un testo unico, collettivo che, pur mantenendo l’anonimato dei singoli, sarà l’espressione di un percorso di riflessione e condivisione comune.
LA RESTITUZIONE
Il laboratorio darà vita a un duplice esito: uno installativo e uno performativo.
1 - L’installazione artistica. Una tela formata da tutti i fazzoletti lavorati cuciti insieme. Un enorme fazzoletto che verrà esposto (indicare dove, ipotesi).
2 - La performance. I partecipanti del laboratorio, o alcuni di loro in rappresentanza del gruppo leggeranno il testo elaborato, che verrà presentato, come lettura teatrale, in occasione della presentazione dell’installazione artistica.
La restituzione sarà pubblica e avverrà in un luogo significativo per la comunità e il territorio che ospita il progetto.
3 - Il futuro. Il progetto potrà avere uno sviluppo futuro affinché ci sia come un passaggio di testimone tra generazioni.
Iniziamo quindi con un gruppo di adulti per proseguire con una programmazione annuale che coinvolga le nuove generazioni.
Un primo passo potrà essere un intervento di restituzione all’interno di una Scuola Secondaria di Secondo Grado (comunemente detta Scuola Superiore).
Ci piace pensare che il gruppo di adulti che intende far parte di questa “sartoria di riflessione” possa diventare un gruppo di testimonial che facendosi carico del contenuto si adoperino per diffondere la loro esperienza e riflessione
CONDUTTORI
Rita Pelusio è attrice comica, formatrice e regista.
Da anni unisce la ricerca del teatro comico a tematiche civili.
Dopo una formazione teatrale classica si dedica allo studio dell’Arte Comica incontrando nel suo percorso differenti metodi e artisti. Lavora in teatro, radio e televisione cercando in ogni occasione di contaminare il suo linguaggio e di scoprire nuovi punti di vista per raccontare il mondo che la circonda.
La sua espressione teatrale da sempre ha avuto un’indole politica e sociale, Rita la mette a disposizione della comunità rendendola così un atto di responsabilità civile.
Nel 2015 fonda PEM HABITAT TEATRALI collettivo di produzione teatrale e arte partecipata con il quale crea insieme a Domenico Ferrari numerosi spettacoli che trovano circuitazione in molti teatri italiani.
Pur lavorando nella prosa non ha mai rinunciato alla ricerca sul clown contemporaneo e non ha mai abbandonato l’appartenenza a quella forma espressiva del nobile teatro popolare dove l’umanità si spoglia di orpelli rivelando quella poetica ironia che crea appartenenza ed empatia con il pubblico.
Domenico Ferrari è drammaturgo e operatore di teatro sociale.
Si forma presso l’università Cattolica di Milano e il CRT di Milano sotto la guida di Silvio Castiglioni.
Nel 2000 fonda con Alessandro Pozzetti la compagnia Garabombo Delle Risse con cui firmerà diversi lavori dal 2001 al 2011. Lavora nel frattempo con Andreè Ruth Shammah presso il teatro Franco Parenti di Milano.
Conduce laboratori di teatro sociale, specialmente nell’ambito della drammaturgia di comunità.
Svolge periodicamente attività di guida presso il PAC (Padiglione d'Arte Contemporanea) di Milano.
Dal 2013 collabora con PEM Habitat Teatrali e inizia un sodalizio artistico con Rita Pelusio, firmando con lei gli spettacoli: Caino Royale, Tragicomic Heroes, Urlando Furiosa, The Day After, Aggiungi al Carretto, La Felicità di Emma e Giovinette - Le calciatrici che sfidarono il Duce.
Con la presenza delle operatrici della rete antiviolenza HARA afferente ai Comuni del Garbagnatese e Rhodense:
HARA, RICOMINCIO DA ME è una rete interistituzionale di contrasto alla violenza sulle donne che coinvolge 17 Comuni dell’area Rho Garbagnate (Arese, Cornaredo, Lainate, Pero, Pogliano Milanese, Pregnana Milanese, Settimo Milanese, Vanzago, Baranzate, Bollate, Cesate, Garbagnate M.se, Novate M.se, Paderno D., Senago, Solaro) e le due Aziende Consortili Sercop e Comuni Insieme, per una popolazione complessiva pari a 363.804 abitanti. Il capofila è il Comune di Rho.
Alla rete partecipano anche ASST (Azienda Socio Sanitaria Territoriale), ATS - Città Metropolitana di Milano (Agenzia della Tutela della Salute), le Forze dell’Ordine, Dialogica Cooperativa Sociale e la Fondazione Somaschi Onlus.